sabato 13 febbraio 2010

Un giorno di pioggia..


Il mercoledì pomeriggio può essere molto noioso se non hai la possibilità di distrarti e può esserlo ancora di più se fuori piove e il cielo è più grigio dell’asfalto che ricopre le strade della città.
Artemis guardava le auto che sfrecciavano sulla strada lontana ma che sembrava così vicina da poter toccare quelle macchine minuscole soltanto allungando una mano.
Si stava annoiando a morte,ma dopo tutto non poteva farci niente visto che era nel mezzo della sua settimana di punizione per quel 3 in chimica,se avesse sgarrato le settimane sarebbero sicuramente diventate 2 e sicuramente l’annuncio di questo aumento sarebbe stato tale e quale a quello del venerdì precedente,quando aveva confessato a Noah dell’insufficienza.
Questo significava che fino al lunedì successivo non avrebbe potuto guardare la tv,telefonare alle amiche e tantomeno uscire: in pratica poteva solo studiare per recuperare l’insufficienza al più presto.
Aveva promesso a se stessa che nonostante la noia fosse insopportabile non avrebbe disubbidito,non voleva peggiorare la sua situazione e,cosa più importante che le ricordava i suoi buoni propositi,aveva ancora il sedere dolorante.
I giorni precedenti li aveva passati costretta a letto a causa di un raffreddore che le aveva procurato un po’ di febbre e,nonostante la punizione,Noah si era dimostrato affettuoso e sempre a sua disposizione ma ora che stava meglio e non aveva più la febbre Artemis non sapeva proprio che fare per far passare il tempo.
Erano le 17:30 quando Noah rientrò dal lavoro e la salutò con un bacio sulla fronte.

“Ciao Artie. Come stai? Non ti è tornata la febbre vero?” chiese lui.
“Ciao Noah. No,oggi sto bene,niente febbre.” rispose lei sorridendo contenta di avere finalmente un po’ di compagnia.
“Ehi piccola,io ora devo uscire di nuovo.”
“Come mai?” chiese lei visibilmente rattristata.
“Devo andare a prendere qualcosa per la cena,non vorrai mica restare digiuna?”
“No..è vero.”
“Non preoccuparti,non starò via per molto e poi..OH NO!” pronunciò le ultime parole dandosi una manata sulla fronte.
“Che c’è Noah? Hai dimenticato qualcosa?”
“Si,oggi dovevo andare a sbrigare una faccenda di lavoro solo che non farò mai in tempo a fare anche la spesa,devo andare dall’altra parte della città.”

A quelle parole Artemis esitò un secondo e poi la sua mente venne attraversata di colpo da un’idea..forse non tutto era perduto.

“E se andassi io a fare la spesa?” azzardò lei.
“Tu?” chiese Noah perplesso e dopo averci pensato qualche secondo “A parte che sei in punizione,ma per una cosa come questa potrei passarci sopra..ragazzina,vorrei ricordarti che sei appena guarita e fuori fa un freddo tremendo.”
“Mi coprirò bene,te lo prometto e poi ha anche smesso di piovere e la strada non è molta.”
“Mh..credo di non avere altra scelta. Mi raccomando,copriti non bene,di più. Fai la spesa e torna subito a casa. Niente fermate supplementari,sei comunque in punizione e portati un ombrello che non si sa mai,non vorrei ti tornasse la febbre.”
“Tranquillo” rispose lei raggiante “farò in fretta e mi coprirò meglio che posso.”
“Ok,allora ci vediamo più tardi. Io ora devo scappare altrimenti non faccio più in tempo.”
“Va bene. Grazie Noah,a dopo!” lo salutò lei stampandogli un bacio sulla guancia e correndo in camera a prepararsi.

Doveva andare solo al supermercato vicino a casa a comprare un paio di cose ma dopo quei giorni confinata in casa le sembrava di dover andare ad un evento importantissimo.
Si coprì al meglio,prese in mano l’ombrello e guardò fuori dalla finestra.
‘Non sembra che debba piovere di nuovo,per nemmeno 20 minuti il tempo reggerà.’ disse tra se come per convincersene,rimise a posto l’ombrello e uscì di casa canticchiando.
Ora il mondo aveva un colore un po’ più vivo.
Dopo 20 minuti uscì dal supermercato con in mano la borsa della spesa,l’aria si stava facendo più fredda dopo il tramonto e il cielo era sempre più grigio.
Artemis sapeva bene che sarebbe dovuta tornare subito a casa ma pensò che un salto veloce a quel negozietto che le piaceva tanto un paio di vie più in la non avrebbe creato problemi,anche perché Noah non l’avrebbe mai saputo.
Così si avviò verso la sua trasgressione incurante del fatto che il cielo si era fatto veramente minaccioso e lei era senza ombrello.
Mezzora più tardi tra un accessorio e l’altro,Artemis alzò lo sguardo e osservò attraverso la vetrina del negozio e si rese conto con orrore che aveva cominciato a piovere,poi guardando l’orologio capì di essere pure in ritardo.
Le gocce cadevano sempre più insistenti e la ragazza capì che a nulla sarebbe servito aspettare che smettesse e poi in quel modo avrebbe tardato ancora di più.
Quindi usci in fretta dal negozio e cercò di correre fino a casa ingombrata dalla borsa della spesa.
Sperava di arrivare prima di Noah in modo da potersi infilare sotto la doccia e cambiarsi mascherando il danno che aveva combinato,ma quando entrò in casa tutta bagnata e senza più fiato lo trovò ad aspettarla proprio vicino alla porta.

“Ma bene.” esordì lui calmo.
“No..Noah..ti posso spiegare..davvero..”
“Certo che mi spiegherai. Mi spiegherai perché ci hai messo tanto tempo per comprare 2 cose. Mi spiegherai perché sei tutta bagnata quando ti avevo detto di portarti dietro un ombrello. E mi spiegherai anche dove sei stata pur sapendo che eri in punizione.”
“Scusa Noah! Davvero,mi dispiace tanto..è solo che credevo che il tempo reggesse e..”
“Sei un’incosciente. Ti rendi conto che sei appena guarita?”
“Scusa..” disse lei con un filo di voce e una lacrima che le solcava la guancia sinistra.
“Guarda..spera per te che non ti torni la febbre altrimenti piangerai per un motivo serio.”

Detto questo prese il sacchetto della spesa e voltandole le spalle si apprestò a ritirarne il contenuto.
Artemis non poteva sopportare questo suo ignorarla,la rendeva triste.

“Noah..” disse spuntando con la testa in cucina.
“Che c’è?” rispose lui freddo.
“Mi dispiace averti disubbidito.”
“Certo,ti dispiace sempre dopo che mi hai fatto preoccupare.”

A quelle parole la ragazza scoppiò in lacrime,stava male a sentirsi trattare con freddezza dalla persona a cui teneva di più in assoluto.
Noah dal canto suo dovette cedere,non poteva vederla piangere senza che qualcosa gli si muovesse dentro.
Le si avvicinò in silenzio e le scostò affettuosamente una ciocca di folti ricci neri dal volto.

“Vai a farti una doccia calda ora,mettiti dei vestiti asciutti e vai in camera tua a riflettere bene su quello che hai fatto. Ti raggiungerò tra poco.” le disse dolcemente.
“Mi punirai?” chiese Artemis con la voce rotta dal pianto.

Aveva il corpo di una donna ma in quelle situazioni sembrava sempre tornare bambina.

“Puoi giurarci,Artie,ma lo faccio per te. Perché impari a rispettare le regole..e perché mi hai fatto preoccupare sul serio.”

La ragazza tornò in camera avvolta nell’asciugamano dopo la doccia,un po’ di calore le aveva fatto bene,ma sentiva che le stava tornando la febbre e questo la rese più triste perché significava che Noah si sarebbe arrabbiato ancora di più.
Si infilò il pigiama e si sedette sul letto,sapeva che non avrebbe dovuto aspettare molto.
Poco dopo,infatti,Noah la raggiunse e si sedette a fianco a lei.

“Perché devi sempre farmi preoccupare?” le chiese dolcemente. “Mi costringi a punirti ogni volta anche quando potresti evitarle e lo sai che a me dispiace vederti piangere,però sai anche che lo faccio perché è necessario che tu capisca come ci si comporta. Hai idea di che spavento mi sono preso quando sono tornato e non ti ho vista in casa? Dovevi già essere tornata da un pezzo,stavo per chiamare la polizia.”

Artemis tenne lo sguardo basso per tutto il tempo,era pienamente cosciente dei suoi errori e pensare di averlo fatto preoccupare la faceva sentire tremendamente in colpa.
Noah,che non era certo stupido,aveva capito benissimo lo stato d’animo della ragazza,così allungò una mano e le scostò i capelli dal volto per accarezzarla.

“Ma tu scotti.” disse preoccupato.
“Ma no..sto bene..davvero.”

Noah la prese dolcemente per le spalle e l’attirò a se abbracciandola.

“Non avrei dovuto lasciarti uscire,lo sapevo che ti saresti ammalata di nuovo.” e poi con voce un po’ più dura aggiunse “Ma in ogni caso anche tu avresti dovuto ubbidirmi invece di stare in giro,se l’avessi fatto non avresti preso tutta quell’acqua.”

La fece stendere sulle sue ginocchia e Artemis si lasciò guidare senza opporre particolare resistenza mentre i suoi pantaloncini del pigiama scendevano verso le caviglie.
Noah cominciò a sculacciarla prima lentamente,lasciava qualche secondo tra un colpo e l’altro in modo che potessero bruciare il più possibile uno per uno,poi aumentò il ritmo fino a colpirla in modo un po’ più leggero ma con colpi molto ravvicinati.
Artemis cominciò presto ad agitarsi e supplicare e,quando lui infilò le dita nell’elastico degli slip per abbassarli,tentò di fermarlo con una mano che Noah le bloccò prontamente dietro la schiena.

“Se continui così mi farai perdere la pazienza.” disse Noah in tono calmo ma deciso.
“Ti prego Noah,mi vergogno..e mi fa già molto male.”
“Te la sei cercata tu,la prossima volta penserai alle conseguenze prima di disubbidirmi una’altra volta.”

Senza darle il tempo di replicare ricominciò a sculacciarla con rapidità.

“Ahi..ahi..basta..ahi..mi fai male..!”

Noah pur non essendo insensibile alle suppliche della ragazza cercò di ignorarla e andare avanti.

“Scusa..ahi..non lo farò mai più..ahi..lo giuro..mi dispiace..ahi..”

Il ragazzo si fermò.

“Promettimi che non mi farai mai più prendere uno spavento del genere.”
“Si..te lo prometto..”
“Bene. Cerca di ricordarti questa promessa,perché io non me la dimenticherò e se mi farai preoccupare di nuovo così tanto puoi stare certa che prenderò la cinghia e te la imprimerò a fuoco sul culetto,così non la dimenticherai. E potrai scordarti che sarò di nuovo clemente se ti farai tornare la febbre per una stupidata del genere..oggi avresti meritato come minimo di prenderle con la spazzola.”
“Scusa..” rispose Artemis scoppiando di nuovo a piangere.

Noah l’aiutò ad alzarsi fino ad averla seduta sulle proprie ginocchia,l’abbracciò dolcemente e aspettò che finisse di piangere.

“Ehi,piccola,va tutto bene. È tutto perdonato.”
“Sono stata una stupida..”
“No,mi hai solo disubbidito,ma questo non fa di te una stupida,ok?”

Artemis annuì.

“Come ti senti? Sei ancora calda.” disse Noah appoggiandole una mano sulla fronte.
“Così così..sono un po’ stanca.” rispose lei che in effetti cominciava a non sentirsi troppo bene.
“Mettiti sotto le coperte,ti porto qualcosa per abbassare la temperatura e poi ti preparo qualcosa da mangiare. Tu cerca di riposarti e stare al caldo,se hai bisogno chiamami.”

Detto questo Noah si alzò dal letto e si diresse verso la porta della camera ma fu fermato dalla voce della ragazza.

“Aspetta.”
“Che c’è,Artie?”
“Sono di nuovo in punizione,vero?” disse tristemente.

Noah sorrise.

“Se me l’avessi chiesto prima,ti avrei lasciata in casa per un mese probabilmente. Ma ero molto arrabbiato. No,non ti aumenterò la punizione,mi sembra che tu abbia già capito,finirai di scontare la tua settimana di punizione e poi sarai libera,ma voglio che prima di uscire di nuovo tu guarisca completamente,non voglio un’altra ricaduta..e penso nemmeno tu. Ok?”
“Va bene.”

Il ragazzo aprì la porta per uscire ma fu bloccato di nuovo.

“Noah..”
“Dimmi.”
“Grazie per la punizione. Ti voglio bene.”
“Anche io ti voglio bene,piccola..e lo sai che ti punisco solo per il tuo bene.” rispose avvicinandosi e dandole un bacio sulla fronte. “Ora dormi piccola peste.”


J

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