martedì 2 febbraio 2010

Una sculacciata per Artemis

Era una bella ragazza,formosa ma senza esagerazione e armoniosa nei movimenti.
Una Venere perfetta.
Gli occhi verde smeraldo e i lunghi capelli corvini che con i loro ricci perfetti cadevano capricciosamente sulle sue spalle la facevano sembrare davvero una dea.

‘È raro trovare una persona che sappia sfoggiare in modo naturale tutta quella bellezza’ era il pensiero di Noah mentre osservava la ragazza entrare in casa e sistemare le scarpe da ginnastica vicino alla porta.
Ma no!
Quella volta non poteva farsi distrarre dal portamento ipnotizzante di Artemis..Noah era molto in collera con lei.

“Ehi,ciao Noah,sono a casa!” salutò lei dolcemente,stampandogli un bacio sulla guancia con tutta l’allegria che può metterci una ragazzina di 16 anni.

Il ragazzo ebbe un secondo di imbarazzo per quel saluto così caloroso e stava addirittura per dimenticarsi del perché era arrabbiato con lei,ma si ricompose subito sistemandosi il nodo della cravatta e facendosi serio.

“Ciao Artie.” Salutò lui cercando di risultare un po’ distaccato.

“Noah..ma che hai? È successo qualcosa?”

“Credo che questa domanda la dovrei fare io a te. C’è forse qualcosa? Qualcosa che dovrei sapere e che non mi hai detto?”

Artemis deglutì,probabilmente era stata scoperta e sapeva che se Noah era arrabbiato per quello non l’avrebbe passata liscia.
Decise comunque di restare sulla difensiva.

“Ehm..non saprei,anzi..non credo..come mai?”

A quelle parole Noah capì che non aveva altra scelta che usare la linea dura anche se gli dispiaceva,in fondo voleva molto bene a quella ragazzina testarda.
Con un dito si sistemò gli occhiali sul naso.
Era un gesto che faceva spesso e lo faceva sembrare più vecchio di quello che in realtà era.
Noah per quanto ben prestante e serio potesse essere aveva solo 27 anni e sulle sue spalle gravava la tutela della giovane Artemis.

“Bene signorina,allora ti racconto una cosa che mi è successa oggi che magari ti rinfrescherà le idee. Siediti.” Le disse indicandole il divano.

Artemis obbedì senza fiatare,capiva che la situazione era grave e non voleva peggiorarla.

“Questa mattina ero in ufficio e ad un certo punto mi passano una telefonata..sai chi era?”

La ragazza scosse lievemente la testa e rimase a fissarlo sempre più preoccupata mentre passeggiava avanti e indietro di fronte a lei.
Noah dal canto suo si sentiva come un leone in gabbia.
Era furioso,avrebbe voluto arrivare subito al dunque,ma sapeva che non era possibile,doveva far capire ad Artemis perché quello che aveva fatto era sbagliato e non era per niente facile,in oltre lei sembrava non voler collaborare e ammettere i suoi errori e questo lo mandava in collera ancora di più.
Fece un lungo respiro per mantenere la calma.

“Ok,te lo dico io chi era: il preside della tua scuola. E sai cosa voleva? Ne hai una vaga idea per caso?”

Artemis sbiancò di colpo alla parola PRESIDE: era stata scoperta,non c’erano più dubbi.
Scosse di nuovo la testa e le si inumidirono gli occhi,era nei guai..in guai enormi.
Noah era al limite,ne era sicuro,non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a mantenere la calma,ma si sforzò comunque costringendosi a non urlare.
“Ne sei PROPRIO sicura? Davvero non te lo immagini,Artie? Guarda che se non confessi di tua spontanea volontà sarà solo peggio per te.”

Lei lo guardò supplichevole,stava per scoppiare in lacrime,ma non sarebbe servito a niente.
Più lo guardava e più si chiedeva perché il destino crudele l’avesse messa in mano a quel bellissimo quanto severissimo ragazzo.
Si chiedeva perché non poteva in quel momento andare da lui e abbracciarlo come era solita fare,accarezzare i suoi capelli castani e guardarlo in quegli occhi azzurri che tanto la affascinavano.
Si chiedeva quanto fosse stupida ad averlo fatto arrabbiare di nuovo.

“Scusa!” disse alzandosi con foga e scoppiando a piangere “Scusa,Noah! Io non volevo farlo..non volevo! Però mi ero tanto data da fare per qual compito in classe,eppure mi sembrava di non sapere proprio niente..io non so cosa mi è preso,Noah..scusami!”

“Ok,Artie..ora calmati per favore.” Disse lui avvicinandosi un po’ spiazzato da quella reazione.

Le scostò i capelli dal viso,le sollevò il mento in modo che potesse guardarlo negli occhi e le parlò dolcemente.

“Artie,oggi hai fatto una cosa davvero stupida,lo sai?”

Lei mosse la testa in cenno di assenso.

“Bene e ora dimmi,perché non mi hai detto che non ti sentivi pronta per il compito? Ti avrei potuto aiutare a prepararti meglio,quindi perché non mi hai detto nulla?”

“Io..non lo so..sob..mi vergognavo..”

“E perché mai avresti dovuto vergognarti di chiedere aiuto,testona che non sei altro?”

Artemis ricominciò a piangere.

“Hai fatto una cosa stupida e per di più per uno stupido motivo,per questo meriti una punizione,piccola.” Sentenziò Noah.

Detto questo si sedette sul divano.

“Vieni qui.” Fu il suo ordine perentorio.

“Oh Noah..ti prego non farlo..” lo supplicò lei.

“Invece sì che lo farò signorina!” Noah cominciava a perdere del tutto la pazienza “Meriti una punizione per quello che hai fatto,quindi ora vieni qui e non farmelo più ripetere.”

“No..non puoi farmi questo!” cercò di protestare lei indietreggiando.

“Oh,ti sbagli ragazzina,posso eccome!” disse alzandosi e scattando verso di lei.

Noah la afferrò per un braccio e la riportò verso il divano caricandosela di traverso sulle ginocchia.

“NOOO! Noah ti prego!” gridava lei in lacrime,ma sapeva di non avere via di scampo.

“Questa è l’ultima che combini,ragazzina! Farò in modo che tu ti comporti bene,te lo giuro,dovessi finirmi le mani!” disse mentre le sollevava la gonna e cominciava a colpirla energicamente.

Artemis si agitò e scalciò continuando a gridare sempre più forte,specialmente nel momento in cui Noah le abbassò le mutandine.

“N..Noah..! Fermo! No,ti prego..non così..mi vergogno troppo!”

“Ah,ti vergogni eh? Non è un po’ tardi per vergognarsi? Dovresti vergognarti per come ti sei comportata,se tu ci avessi pensato bene a quest’ora non ti ritroveresti qui a piangere e scalciare e io non dovrei sculacciarti come una bambina!”

Le sculacciate cadevano senza sosta sul culetto della ragazza che continuava a piangere e dimenarsi.
Noah andò avanti a lungo nonostante le proteste di Artemis e continuò finché non gli fece troppo male la mano per continuare.

“Scusa scusa,mi dispiace davvero,Noah.” riuscì a dire la ragazza tra i singhiozzi.

“Lo so,Artie. Lo so.” rispose lui mentre le accarezzava dolcemente il culetto che ormai era diventato notevolmente rosso.

Continuò ad accarezzarla finché non la sentì più calma e lei non smise di piangere,poi la fece alzare e l’attirò a se abbracciandola.

“Allora,Artie,mi prometti che non lo farai mai più?”

“Si..sigh..te lo prometto.”

“E la prossima volta se hai qualunque difficoltà vieni da me,troveremo una soluzione.”

“Va bene,Noah..scusa.”

“Non preoccuparti,sei stata punita e perdonata. È tutto a posto piccola,ma sappi che se dovessi rifarlo sarò molto più severo,in confronto la sculacciata di oggi ti sembrerà una cosa da niente,questo è poco ma sicuro.”

Artemis annuì tirando su col naso proprio come una bambina.
Rimasero abbracciati per molto tempo,in fondo a Noah dispiaceva dover punire la sua piccola Artie,anche se sculacciarla gli procurava sempre una piacevole morsa al basso ventre e un’eccitazione non indifferente.
In ogni caso alla fine adorava stringerla tra le braccia e coccolarla e a quanto pare anche alla ragazzina non dispiaceva farsi consolare in quel modo.
Dopo quella punizione sicuramente si sarebbe comportata bene......fino alla prossima bravata!

J

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