lunedì 7 giugno 2010

Birthday Spanking

Il suono della campanella interruppe le lezioni in corso: per quel giorno la scuola era finita.
Artemis annotò in fretta i compiti per la lezione successiva, raccolse i libri e dopo aver salutato le sue amiche, si avviò verso l’uscita una fretta lievemente maggiore del solito.
La verità era che non vedeva l’ora di essere a casa, quella si stava rivelando una giornata perfetta, prima di tutto due ore prima il professore di chimica aveva consegnato i compiti in classe della settimana precedente e Artemis si era guadagnata un 8.
Tutte quelle faticose ore di studio insieme a Noah erano servite e non vedeva l’ora di dirglielo e ringraziarlo.
La seconda ragione per cui era tanto felice era anche la più importante, quel giorno era il suo diciottesimo compleanno e Noah oltre a vari regalini che le aveva già in parte consegnato, le aveva promesso che l’avrebbe portata fuori a cena.
Il suo sorriso brillava di luce propria illuminandole il volto e si rivelò contagioso per i compagni che incrociò per i corridoi dell’istituto.
Arrivò a casa più in fretta che poteva, pranzò e cercò di trovare qualche idea per ingannare il tempo nell’attesa del ritorno di Noah, il quale non sarebbe tornato dal lavoro prima di tre ore.
Cercò in ogni modo qualcosa con cui intrattenersi durante l’attesa, guardò la tv, ascoltò la musica, lesse un libro e telefonò a un’amica scambiandosi i tipici pettegolezzi scolastici, ma ogni volta che guardava l’orologio era sempre troppo presto.
Alla fine si fecero le cinque del pomeriggio e Noah fece il suo ritorno puntuale come sempre, Artemis gli saltò letteralmente addosso abbracciandolo e stampandogli un bacio sulla guancia.

“Ehi, ciao Artie! Auguri principessa, com’è andata a scuola?”
“Benissimo! Ho una grande notizia.”
“Davvero? E di che si tratta?”
“Sai il compito di chimica?”
“Si, hai saputo qualcosa?”

La ragazza cercò di mantenere lunga l’attesa stando in silenzio per un po’, ma poi non ce la fece più.

“HO PRESO OTTOOOOOO!!!” strillò contenta.
“Ma è fantastico! Visto che quando ti impegni raggiungi degli ottimi risultati?”
“È solo grazie a te se ce l’ho fatta.”
“Non è vero, ti sei impegnata molto anche se ti è costato fatica, quindi il merito è tuo. E poi sai che quando hai bisogno ci sono sempre per aiutarti.”

Lei gli diede un altro bacio sulla guancia e sorrise.
Rimasero seduti sul divano raccontandosi le rispettive giornate, presto si fecero le 18:30 e cominciarono i preparativi per uscire a cena.
Quando anche Noah uscì dal bagno dopo aver fatto la doccia, Artemis era ancora in camera sua, in piedi di fronte all’armadio aperto con un’inconfondibile espressione di indecisione dipinta sul volto.

“Che c’è Artie?” chiese Noah incuriosito.
“Non so cosa mettermi.” rispose lei con una lieve nota di disappunto.
“Proprio nessuna idea?”
“No..è il mio diciottesimo compleanno, il più importante di tutti e vorrei mettere qualcosa di speciale, ma non so cosa.”

Noah sorrise e sul suo volto apparve un’espressione divertita.

“Quindi vorresti qualcosa di speciale?”
“Si..”
“Uhm..vediamo un po’. Prova a vedere se trovi qualcosa in cucina.”
“In cucina..?” chiese la ragazza confusa.
“Certo, ti sorprenderesti se sapessi quante cose si trovano in una cucina.” rispose lui sempre più enigmatico e divertito.

Artemis si avviò un po’ riluttante verso la cucina e che sorpresa quando vide sul tavolo un grosso pacco regalo con un enorme fiocco e un bigliettino che recitava: “Alla mia principessa. Noah”
Quando lo aprì vi trovò all’interno un bellissimo vestito verde, che si intonava perfettamente con il colore dei suoi occhi.

“Wow..!” sussurrò lei.
“Allora che ne dici? Ti piace?”
“Noah..ma è bellissimo!”
“Un vestito degno di una vera donna.”

Lei lo abbracciò.

“Avrai anche bisogno di un paio di scarpe e una borsetta adatte però.” Continuò Noah facendo apparire magicamente un nuovo pacco.

Al suo interno Artemis trovò delle scarpe bianche e piccola borsa elegante in tinta.
Non poteva credere ai suoi occhi, le sembrava di vivere in un sogno e anche Noah sembrava molto compiaciuto della felicità della ragazza, dopo tutto, pur essendo molto severo, le voleva molto bene e amava viziarla in tutti i modi possibili.

“È tutto stupendo Noah. Sei il tutore migliore del mondo!”
“Però non lo pensi anche quando ti punisco, dì la verità.” rispose lui ridendo.
“Sei solo un po’ pignolo a volte.”
“Aaaah io sarei pignolo, eh?”
“Sì sì.” confermò tirando fuori la lingua come una bambina.

Risero insieme, poi Artemis andò a vestirsi.
Quando uscì dalla camera e fece una giro su se stessa per mostrarsi con il suo vestito nuovo, Noah rimase senza parole.
Ai suoi occhi sembrava davvero una principessa e non era più la bambina a cui era abituato: ormai la sua piccola Artie era una donna.

“Sei davvero bellissima.”

La giovane sorrise arrossendo un po’, quella era davvero una giornata da favola.
Si avviarono quindi verso il ristorante, un posto carino e molto vicino al mare, dove cenarono tranquillamente continuando a parlare di tutto e quando Artemis glielo chiese sfoggiando la sua espressione più dolce, Noah le permise di bere un po’ di vino, in fondo ormai era maggiorenne.

“Mi raccomando però, ora che puoi bere alcolici stai molto attenta a non esagerare. Un bicchiere ogni tanto non fa male, ma se si esagera può essere molto dannoso. Con l’alcol non si scherza.” l’ammonì facendosi serio per un attimo.
“Tranquillo, mi comporterò bene.”

Lui tornò a sorridere:

“Me lo auguro, anche perché altrimenti saprò come punirti, non penserai che ora che sei maggiorenne smetterò di preoccuparmi per te, vero?”
“No, non l’ho mai pensato..anzi..speravo che fosse così.”
“Molto bene, perché sarà così. Io prendo il posto dei tuoi genitori e un genitore non abbandona i propri figli una volta che raggiungono la maggiore età, ma gli stanno vicini finché ne hanno bisogno.”

Fu Artemis a sorridere questa volta.

“Giusto, non so cosa farei senza di te.”

Noah allungò una mano e le accarezzò affettuosamente una guancia.

“Non avrai bisogno di scoprirlo, promesso.”
“Ti voglio bene.”
“Anche io te ne voglio.”

La cena continuò tra le solite chiacchiere e risate e a fine serata i due fecero una passeggiata, ora che cominciava a fare un po’ più caldo, il centro della città risplendeva di luci ed era pieno di gente che passeggiava godendosi il clima mite delle sere di primavera.
Ad un certo punto Noah si accorse che Artemis lo guardava con espressione quasi supplichevole.

“Che succede, Artie?”
“No, niente..mi chiedevo solo, visto che siamo molto vicini al mare, se potevamo fare una passeggiata sulla spiaggia..”
“Ma certo piccola, visto che siamo qui tanto vale andarci.”

Non molto lontano trovarono il primo tratto di spiaggia.
La sabbia chiara e fine rifletteva la luce della luna e il silenzio era rotto solo dal rumore ritmico delle onde che si infrangevano pigramente sulla riva.

“Guarda, Noah!”
“Cosa?”
“Guarda quante stelle si vedono da qui ora che le luci della città sono lontane.”
“È vero, sono tantissime.”
“Sono bellissime.”

Artemis si tolse le scarpe e camminò accanto a Noah a piedi nudi sulla sabbia, che ormai aveva già disperso il calore del sole accumulato durante il giorno.
Camminarono per un po’ finché non raggiunsero una zona isolata, con molti scogli, abbastanza fuori dal centro abitato e a Noah venne un’idea.
Si sedette su uno scoglio e osservò per qualche minuto la ragazza che si muoveva libera e sorridente vicino a lui, poi la chiamò e le fece segno di avvicinarsi.

“Vieni qui, Artie.” disse dandosi una leggera pacca sulla gamba.

La ragazza si avvicinò e fece per sedersi in braccio a lui, che però prendendola per una mano le fece cambiare direzione e dolcemente la guidò finché non su distesa a pancia in giù sulle sue ginocchia.

“Noah..ma che vuoi fare?”
“Tranquilla Artie, ora capirai.” rispose sollevandole il vestito.
“Non vorrai mica sculacciarmi..??”
“Non è una vera e propria sculacciata.”
“Ah no? E cosa sarebbe?”

Noah intanto aveva cominciato ad accarezzarle il culetto ancora coperto dagli slip.

“Si chiama birthday spanking.” spiegò con naturalezza.
“Una sculacciata di compleanno? E come mai?”
“È un usanza tipica di molti paesi stranieri, sai? Il festeggiato, o festeggiata, riceve un numero di colpi pari agli anni che compie.”

Così dicendo abbassò anche l’ultima barriera costituita dagli slip e continuò ad accarezzarla, questa volta sulla pelle nuda e liscia.
Artemis da parte sua si rilassò, aveva capito benissimo che quella non sarebbe stata una punizione, non ci sarebbe stata rabbia nei colpi che avrebbe ricevuto e lei non si sarebbe sentita in colpa come al solito, perché non aveva combinato niente.

“Sei pronta?”
“Si..” rispose con un sussurro e si strinse di più alle gambe di Noah.

Il primo colpo non si fece attendere e ad Artemis sfuggì un urletto, ma fu solo a causa della sorpresa, non aveva sentito veramente male.
Lui continuò a colpirla accelerando un po’ il ritmo ad ogni sculacciata.
Presto la ragazza sentì una strana sensazione proveniente dal basso ventre e cominciò a sentire un altro tipo di calore, diverso da quello delle sculacciate, ma che si fondeva con esso formando qualcosa di speciale che non aveva mai provato prima.
Così si rilassò ancora di più e cercò di godersi fino in fondo quella bellissima sculacciata che stava ricevendo.
Al contrario delle altre volte, non le importava se alla sua età era sulle ginocchia di Noah con il culetto scoperto come se fosse una bambina.
Non le importava di niente, se non che Noah continuasse a sculacciarla in quel modo e in quel momento desiderò averne compiuti molti di più di anni, perché, pur non avendo contato i colpi, sapeva che sarebbe finita presto.
In fondo diciotto sculacciate, anche date lentamente, finiscono presto..troppo presto.
Riconobbe l’ultimo colpo perché come sempre fu il più forte, più preciso degli altri e le arrivò proprio al centro del culetto.
La mano di Noah tornò a scorrere dolcemente sulla pelle arrossata e rimase ad accarezzarla a lungo.
In fondo neanche lei voleva che quel momento finisse, stava bene così e se anche lui avesse ripreso a sculacciarla non le avrebbe dato per niente fastidio.
Rimasero in silenzio, in quella posizione per molti minuti, ma come tutte le cose belle, anche quel momento prima o poi doveva giungere al termine.
Noah le sollevò lentamente gli slip e le diede una pacca amichevole sul culetto di nuovo protetto.
Poi le sistemò il vestito e l’aiutò ad alzarsi.
Il volto di Artemis era leggermente arrossato per l’imbarazzo causato da tutte quelle sensazioni e Noah vedendola in quel modo non poté fare a meno di sorridere e darle un tenero bacio sulla fronte.

“Andiamo bimba.” disse infine.

La prese per mano e lei lo seguì standogli accanto, quasi appoggiandosi su di lui, come se quello che aveva provato stando sulle sue ginocchia l’avessero resa leggermente ubriaca.

“Grazie Noah. È stata una bellissima sculacciata.” sussurrò lungo il tragitto di ritorno.

Noah sorrise nuovamente e le accarezzò i capelli.

“Te l’avevo detto di fidarti.”
“Non pensavo che le sculacciate potessero essere anche piacevoli.”
“Riceverai una sculacciata così a ogni compleanno se vorrai.”
“Certo che lo voglio, anzi non vedo l’ora che sia l’anno prossimo per averne una in più.”


______________________________
N.D.J.
Mi scuso con i lettori se questa volta la storia è stata incentrata su un altro tipo di sculacciata, che per altro ha occupato solo una minima parte del racconto.
Però nella mia idea di spanking rientra anche il genere non punitivo.
Spero comunque che sia stato di vostro gradimento.



J

9 commenti:

  1. ciao,
    mi piacciono i tuoi racconti.
    Brava.

    RispondiElimina
  2. Sono fantastici i tuoi racconti..piacerebbe anke a me avere qlkn che si prenda cura di me! :D

    RispondiElimina
  3. grazie dei complimenti..ti auguro davvero di trovare quella persona

    RispondiElimina
  4. Spero di leggere altri racconti come qsti :D

    RispondiElimina
  5. niente paura, sono all'opera con un nuovo racconto che arriverà presto :)
    purtroppo tra i vari impegni e l'ispirazione che va e viene ci metto sempre molto tempo

    RispondiElimina
  6. lo spero! :D sono fantastici *_*

    RispondiElimina
  7. Se ci fossero le sculacciate del non compleanno, sarebbe davvero il paese delle meraviglie

    RispondiElimina
  8. ben detto caro anonimo...sarebbe una festa ogni giorno :)

    RispondiElimina