Era la vigilia di Natale e Artemis stava impacchettando l'ultimo regalino-sorpresa che aveva comprato a Noah solo pochi giorni prima e che aveva tenuto ben nascosto in camera sua.
Si sentiva un po' euforica, perchè andando ancora a scuola gli unici soldi che aveva da spendere erano quelli della paghetta che Noah le dava ogni mese, quindi non aveva mai potuto fargli un regalo costoso.
Questa volta però aveva cominciato a risparmiare molto presto ed era riuscita a comprare qualcosa che avevano visto insieme in una vetrina e che lui aveva guardato con un'ammirazione che a lei non era sfuggita.
Era solo una penna, una stilo, ma Noah non era il tipo che spendeva dei soldi per una penna, pur usandole molto per lavoro si era sempre affidato alle classiche ed economiche bic.
Artemis aveva avuto un'idea che l'aveva entusiasmata molto: non solo aveva comprato quella penna per lui, ma aveva anche fatto incidere il suo nome con delle svolazzanti lettere in corsivo.
Aveva speso quasi tutti i soldi che aveva messo da parte, ma ne era davvero valsa la pena e ora osservava adorante quel pacchettino appena fatto felice di poterlo mettere sotto l'albero.
Era da poco passata la mezzanotte e lei sgattaiolò fuori dalla camera per riporre il pacchetto al suo posto, convinta che Noah fosse già andato a letto.
Avevano cenato insieme e avevano deciso di andare a letto presto per prepararsi al giorno successivo, che sarebbe stato molto lungo, quindi, secondo i suoi calcoli, Noah doveva già essere sotto le coperte e nel mondo dei sogni.
Posò il pacchetto insieme agli altri e fece per tornare in camera, quando un rumore attirò la sua attenzione.
Si bloccò dov'era e tese le orecchieper capire da dove veniva, non aveva nemmeno acceso la luce per non farsi vedere, quindi poteva affidarsi solo sull'udito.
"E' una bambina quella che vedo?"
La voce proveniva da un punto imprecisato alle sue spalle, era come quella di Noah, solo leggermente più profonda, come se stesse cercando di imitare un vocione da uomo imponente.
Senza muoversi allungò il braccio verso l'interruttore, accese la luce e si voltò di scatto.
Ci vollero alcuni secondi prima che riuscisse a far passare l'accecature dovuta alla luce improvvisa, ma quello che vide in mezzo alla stanza fu proprio un uomo vestito di rosso, con il cappello e la barba bianca (palesemente finta).
Lo osservò un po' incredula, ma poi osservandolo meglio riconobbe gli occhi azzurri di un Noah decisamente divertito dal suo sconcerto.
"Noah..?"
"No. Ti sbagli bambina, io sono Babbo Natale".
"Sì, come no" rispose lei ridendo.
Lui si sedette sul divano e le tese una mano.
"Vieni qui bambina".
Artemis si avvicinò titubante al divano.
"Va bene qui?"
"No, vieni qui, sulle mie ginocchia".
Sempre più confusa da quella paradossale situazione, si sedette sulle ginocchia di Babbo Natale-Noah e lo osservò in modo interrogativo.
"Allora bambina, come ti chiami?" cominciò lui solennemente.
"Artemis.." rispose quasi ridacchiando.
"Bel nome. E dimmi Artemis, hai fatto la brava quest'anno?"
"Ehm...si insomma...più o meno"
"Più o meno?"
"Ho fatto qualche casino dei miei, ecco"
"Uhm. Capisco. Ma lo sai che io porto i regali solo ai bambini buoni, vero?"
"Sì..."
"E se tu non hai fatto la brava non posso darti i regali quest'anno"
Artemis non capiva dove voleva andare a parare con quel discorso e con quella sceneggiata, il costume da Babbo Natale e tutto il resto.
Le veniva da ridere e avrebbe tanto voluto fargli una foto con quel costume...sicuramente sarebbe stata perfetta da guardare nei momenti di tristezza, avrebbe riso di gusto ogni volta.
Decise di seguire il gioco.
"E quindi cosa facciamo? Vuoi lasciarmi senza regali?" chiese fingendo di mettere il muso.
"Beh, se vuoi i tuoi regali li avrai, però dovrai scontare una pena"
"Una che...?"
"Le bambine cattive non ricevono i regali. Se li vogliono devono affrontare una punizione"
Sospirone da parte di lei.
"Va bene, hai vinto tu"
Noah la sollevò quasi di peso e la fece distendere sulle sue ginocchia foderate dallo spesso costume di flanella rossa.
Passarono dei secondi interminabili prima che la sua mano cominciasse a colpire il culetto di Artemis, ancora coperto dal pigiama.
Furono colpi dal ritmo lento e cadenzato, dati con una certa energia, ma non avevano nulla a che vedere con le sculacciate che riceveva durante le punizioni.
Quando i pantaloni scesero insieme agli slip rossi con gli alberelli il culetto della ragazza era solo di un rosa leggermente più scuro della pelle circostante.
La mano di Noah riprese a colpire con lo stesso ritmo di primae Artiemis sentì nuovamente la sensazione che aveva sentito al suo compleanno durante la birthday spanking, quel calore era di nuovo reale, la sua testa cominciò a farsi leggera e il suo corpo si rilassò fino a cadere in uno stato tra il sonno e la veglia, fino ad addormentarsi "coccolata" dalle sculacciate di quel Babbo Natale spanker.
Non si accorse nemmeno di quando Noah la rivestì e la mise a letto, le diede un bacio sulla fronte augurandole buon Natale.
Il giorno seguente fu proprio lui a svegliarla, comportandosi come se nulla fosse accaduto, aprì il suo regalo e ne fu quasi commosso, l'abbracciò così forte che lei dovette chiedergli di lasciarla respirare.
Poi le porse un pacchetto che lei non aveva notato in mezzo agli altri, ma come tese la mano per prenderlo, lui lo ritrasse appena al di fuori della sua portata, si mise a ridere e infine glielo consegnò.
All'interno Artemis trovò una collanina con un pendente bellissimo, verde come i suoi occhi e stupefatta dalla sorpresa guardò Noah senza riuscire a parlare.
Fu lui a farlo per lei.
"Questo è per te. Non avrei dovuto dartelo, visto che quest'anno hai fatto un po' la monella...però ho parlato con Babbo Natale e mi ha assicurato che hai ricevuto una giusta punizione".
Scoppiarono a ridere insieme e lei riuscì a trovare un fiume di parole per ringraziarlo.
Fu uno splendido Natale e Artemis non potè non pensare di nuovo alla sensazione provata durante la sculacciata di Babbo Natale.
BUON NATALE A TUTTI!
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